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il Resto del Carlino

11 Giugno 2012 | Rassegna Stampa


BMR cresce a doppia cifra puntando sull’Estremo Oriente

Scandiano – La BMR è una piccola azienda divisa tra Scandiano e la provincia vicentina. Un’azienda così piccola che però si sta lanciando sempre maggiormente sui mercati esteri e che nell’ultimo anno ha incrementato il fatturato del 20%. Un dato che è un’eccezione rispetto alla tendenza generale. La Bmr agisce sui principali mercati mondiali: dall’Asia, al Brasile, passando per gli Stati Uniti e il Nord Africa.  Un successo, quello della Bmr, che Paolo Sassi – attuale presidente entrato come dipendente – spiega in toni fin troppo semplici.

Nell’ultimo anno avete registrato una crescita del fatturato del 20%, il segreto?  “Ultimamente abbiamo cercato di investire molto sull’Estremo Oriente, un mercato in piena espansione”.

Dove?  “L’anno scorso abbiamo ricevuto una commessa in Malesia che ha rappresentato il 10% del fatturato complessivo. Ma, sempre in quella zona, ci sono altre difficoltà».

Quali?   “La presenza delle industrie cinesi…”.

Verrà il momento in cui anche in Cina i costi del lavoro aumenteranno?  «Lo spero… Comunque è vero che in Cina se qualcuno contesta lo stipendio prendono un’altra persona. E allora il problema si ripresenta».

E quindi cosa si può fare?  «L’unico modo per combattere i cinesi è aspettare che i prezzi di produzione crescano. E poi tutte le tasse sulle importazioni non servono».

Perché?  «Possono aiutare quando le ditte straniere tentano di esportare in Europa, ma sono inutili quando, e si tratta di una gran fetta di mercato, siamo noi a esportare».

Qual è il futuro del distretto?  «Questo sarà un anno molto difficile. Rispetto al 2009, quando è iniziata la crisi, ora le difficoltà sono maggiori. Tutte le aziende hanno investito e ora è la resa dei conti. Produrre piastrelle a Sassuolo è sempre più difficile».

Perché?  «In tutti i paesi ci sono delle ceramiche che soddisfano le esigenze dei mercati interni. A questo bisogna aggiungere i costi dei trasporti…».

Ma il Made in ltaIy conserva Il suo appeaI?  «Assolutamente sì».

Passiamo alla storia della Bmr come è nata?  «È stata fondata da tre soci, attualmente non più presenti nella compagine societaria. Io sono entrato negli anni ‘90 come dipendente e ora sono presidente».

Avete in programma di dislocare la produzione all’estero?  «La nostra azienda è piccola per andare a produrre all’estero e in questo momento non ne sentiamo l’esigenza. Nulla però si può escludere e magari, tra qualche mese, ci ritroveremo a parlare di una nuova forma di internazionalizzazione».

Quanto incide il contesto politico sull’attivita’ economica?  «Tantissimo, le faccio un esempio…»

Mi dica…  «L’Iran. Ora si trova sotto embargo economico ma per noi potrebbe rappresentare un mercato molto interessante. Avevamo delle richieste prima dell’embargo e continuiamo ad averne ancora oggi. Richieste che non possiamo esaudire per motivi politici».